Ho amato tanto,nella mia vita, tantissimo. Ho amato poche
donne, ma a modo mio le ho amate, tutte, ricevendo da esse solo qualche
carezza, qualche parola buona, con un paio di esse anche qualche cosa in più
dell’affetto od ora di amore fisico, che compresi, con il tempo, essere stato
pura recitazione, convenzionale atto femminile di permettere di essere amate e
desiderate, senza dover fare null’altro che qualche banale ora di sesso.
Ho amato, si, a
modo mio, ma non come si ama uno strumento musicale od oggetto di
antiquariato: ho amato con il cuore e con il cervello, sino al massimo limite,
specialmente con una di esse. Spesso ho sentito critiche su questo mio modo di
amare, nelle quali emerge che io sarei bravissimo a scopare con il cervello e
meno con il sesso. Purtroppo Madre Natura non mi ha dotato di qualche
centimetro in più in altezza (e ci sarebbero stati bene) e neppure di un organo
riproduttivo adatto a soddisfare adeguatamente le fregole di certe donne calde.
Purtroppo io sono quello che si vede e nulla oltre, con
assieme il dramma di non essere mai stato amato adeguatamente dalla madre
biologica, e a distanza di molti anni queste discrepanze con la vita normale si
sentono, si accusano, ti fanno sentire diverso, più isolato dagli agli altri
che non coloro che invece hanno avuto tutto regolare dalla Natura. Spesso ho
pensato in termini distruttivi ai giudizi gratuiti delle donne nei confronti di
taluni uomini: dunque, se un uomo non è ricco, alto, bello e con il Walter
lungo e duro che duri oltre due ore, che dovrebbe fare? Suicidarsi? Sparire
dalla Terra? Isolarsi? Andare solo a prostitute?
Una fortuna io l’ho avuta: Madre Natura e la Vita mi
hanno insegnato, giorno per giorno, ora per ora, ad amare ed a superare tutte
le difficoltà, anche quando mi sentivo dire “non mi sai soddisfare molto,
sessualmente, però siccome scopi bene con il cervello potrei forse stare con
te”.
Ho amato, dicevo, tanto, ma mai come con una di esse,
alla quale diedi davvero tutto me stesso, sia psicologicamente che
praticamente, sentimentalmente. Amare significa donare se stessi senza nulla
chiedere, si dice, ed è vero. Ma l’assioma dice anche che ad amare si deve
essere in due, ed allora la risultanza diviene che si ama e si riceve di ogni
ben di Dio. Diventa tutto molto, molto difficile, invece, se ad amare è solo
uno dei due, mentre l’altro accetta volentieri, ma mantiene costantemente basso
il livello di risposta per paura di dover un domani sentire delle
responsabilità non volute o cercate. Ecco, nella maggior parte delle donne con
me è stato sempre così, compreso mia madre. Livello basso, mai un qualche cosa
di più, neppure chiedendo.
Per anni mi sono chiesto “perche’” , poi di colpo è
arrivata “lei” ,il mostro, la Musa, la femmina per antonomasia, l’ape regina,la
Mantide, la Santa, la bambolina, la gatta, la nobile, la colta, la marinaia.
Lei, quella che mi fece capire i miei errori, che mi aiutò a ritrovare la
voglia di vivere dopo il tentativo di farla finita di molti anni prima e per i
quali il mio IO, il mio subconscio, si era chiuso in modo ermetico e non voleva
ulteriormente avere a che fare con la vita terrena.
(from the book not yet completed "and you came into my life" - copyright©mikhaillermontov)
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