21 ANNI TRASCORSI ACCANTO A SHIBA, CHE NEGLI ULTIMI GIORNI NON L'HA LASCIATO MAI SOLO
Addio a Juma, il «re Leone»
che ha commosso l'America
Arrivato negli Usa con un traffico di animali, era stato poi adottato dallo zoo di Pittsburgh, di cui divenne la star
Juma e la sua compagna Shiba, i due leoni del giardino zoologico di Pittsburgh (dal sito dello zoo) |
UNA VITA INSIEME - Ha commosso l’America intera la storia di Shiba e Juma, i due leoni dello zoo di Pittsburgh che hanno vissuto oltre due decenni insieme, aiutandosi e supportandosi a vicenda e dando prova di un amore così assoluto che nemmeno una coppia umana sposata da tempo. Solo la morte avrebbe potuto dividerli e così è stato: a Juma è stata praticata l’eutanasia per alleviare le infinite sofferenze causate dalla demenza felina che lo aveva colpito anni fa e a cui erano seguite altre dolorose patologie legate alla sua non più giovane età. E’ stata una scelta difficile, ma inevitabile, quella presa dal veterinario, come si legge sul blog dello zoo di Pittsburgh dove è stata data la notizia della morte del vecchio e coraggioso leone. «Juma se n’è andato. Nell’ultimo anno ha sofferto di varie malattie legate all’età, fra cui la demenza felina, al punto che spesso sembrava non ricordare nemmeno dove si trovasse e vagava come se si fosse perso – ha spiegato la dottoressa Stephanie James – e con l’aggravarsi dei sintomi, anche il suo appetito diminuiva e neppure il suo cibo preferito, come il tacchino, lo spingeva a mangiare. Sapevamo che la sua qualità di vita sarebbe continuata a peggiorare e che le sue sofferenze sarebbero aumentate, per questo motivo, dopo una dolorosa e attenta valutazione, abbiamo deciso di sopprimerlo».
COPPIA COLLAUDATA - Prima del suo rapido declino, Juma era una delle attrazioni preferite dello zoo perché adorava mettersi in posa per i visitatori e ruggire verso di loro, quasi ad indicare che quello «era il suo territorio». E quando non se ne andava avanti e indietro per il recinto, con la sua andatura regale e lo sguardo fiero, lo si poteva vedere maestosamente seduto sulle rocce, con la fedele Shiba sempre accanto. «Juma e Shiba ricordavano una vecchia coppia sposata – ha raccontato Kathy Suthard, custode della zona dedicata ai felini – perché stavano sempre insieme e la notte dormivano raggomitolati vicini. Quando l’artrite cominciò ad impedire a Juma di saltare fino alla piattaforma, era Shiba che lo raggiungeva sul giaciglio di paglia che avevamo preparato per il suo compagno».
L'ARRIVO ALLO ZOO - Il Re Leone era arrivato allo zoo nel 1990, quando era poco più che un cucciolo: il suo primo anno di vita lo aveva passato con un allevatore privato dell’Ohio, a cui era stato confiscato dopo che gli agricoltori della zona si erano lamentati con lo sceriffo perché l’animale sfuggiva sempre dalla sua gabbia e faceva strage di pollame. Ma anziché sopprimerlo, lo sceriffo fece in modo che a Juma fosse data una nuova casa, più adatta alle sue caratteristiche. «Gli zoo dell’Ohio non erano interessati ad un leone maschio salvato da un traffico di animali – ha continuato la Suthard – così chiamarono noi di Pittsburgh e da quel momento Juma ha avuto una nuova casa». L’anno prima allo zoo era arrivata Shiba e venne così naturale metterli nello stesso recinto. «Inizialmente, erano un po’ diffidenti l’uno dell’altra, ma poi sono cresciuti e hanno cominciato a piacersi. In natura, i leoni maschi sono i leader, ma Shiba aveva una personalità più forte e non ne voleva sapere di sottomettersi a Juma, ma alla fine ha accettato che lui fosse il capo».
LA FORZA DI REAGIRE - Perso l’adorato compagno, il timore di molti era che anche la leonessa si lasciasse morire. Invece, superato il dolore dei primi due giorni durante i quali non è mai uscita dalla sua gabbia, ora Shiba sembra stia imparando a convivere con la solitudine. «Credo avesse capito che negli ultimi tempi Juma non stava bene – ha concluso la custode – tanto è vero che alcuni giorni prima che Juma morisse, lei passò le ore a lavarlo e pulirlo, senza staccarsi un attimo da lui». Da “moglie” devota, la leonessa aveva capito che il suo condottiero era arrivato alla fine e voleva che fosse preparato al suo ultimo viaggio. «E poi alcune persone hanno il coraggio di dire che gli animali non hanno sentimenti», ha commentato un lettore sull’edizione online del Daily Mail dove, peraltro, non mancano parecchi giudizi negativi sugli zoo, che rilanciano la polemica sull’utilità o meno della loro presenza.
2 comments:
tristissima qst storia mamma mia..
un nodo alla gola
Ps. stasera ti invio un email all'indirizzo che mi hai lasciato sl sito
Grazie ancora Misha, nn ho parole per ringraziarti
Un abbraccio. Ciao
Triste, vero...ma da far riflettere che il mondo umano e' piu' animale di quello che credevo....Se un felino e' capace di tanto, perche' un umano no?
E' bello venire nel tuo blog, e mi piace molto il lavoro che fai. Aspetto tue nuove.
Misha
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